Fase 2: tutelare la salute dei lavoratori

Quest’anno anche il 1 Maggio, dopo il 25 aprile, lo festeggiamo chiusi in casa invece che in strada. Mai come quest’anno però la difesa dei lavoratori è necessaria. Tra tre giorni, lunedì 4, milioni di lavoratori torneranno al lavoro. Il dibattito sulla fase 2 sta assumendo toni grotteschi, impelagato tra amicizie stabili e non. Il rischio è di perdere di vista il punto fondamentale: le aziende che riaprono devono a tutti i costi garantire il massimo di protezione possibile per i lavoratori. Sappiamo che alcune aziende lo stanno facendo, ma bisogna che le istituzioni locali e le prefetture vigilino affinché tali misure vengano generalizzate. Il rischio è altrimenti una ripresa del contagio e ulteriori vittime nelle nostre comunità, oltre a danni economici ulteriori. Chi in questo periodo grida alla riapertura a tutti i costi senza prendere in considerazione questi aspetti, sta proponendo di fatto una diffusione incontrollata dell’epidemia, che costerebbe decine di migliaia di morti e travolgerebbe il nostro sistema sanitario. Allo stesso tempo serve sostenere chi in questo periodo è rimasto senza stipendio, i disoccupati, gli artigiani, i commercianti, anche con un intervento statale non limitato al sostegno al consumo ma che riprenda un ruolo guida nei settori strategici dell’economia. Infine, bisogna dare al più presto una risposta alle famiglie, che dal 4 maggio dovranno tornare al lavoro senza sapere a chi lasciare i figli. In un periodo in cui tutte le forze politiche dichiarano di voler far uscire tutti assieme dalla crisi, questo è il momento di dimostrarlo.

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