Avete mai spiato Maranello dalla piattaforma Google Earth? Un esercizio banale, il quale tuttavia può condurre anche il più distratto tra gli osservatori ad una conclusione piuttosto semplice: la Ferrari occupa davvero uno spazio rilevante, peraltro non all’interno di una zona industriale a parte, e si sta espandendo a grande velocità. Nel 2011, in piena era Montezemolo, venivano prodotte poco più di 7000 vetture, a fronte di un utile netto pari a 209 milioni di Euro. Nel 2014 è subentrato Marchionne, il quale ha promosso diversi cambiamenti, a partire dal debutto alla Borsa di New York dell’anno successivo, per terminare con lo spostamento della sede fiscale in Olanda del 2016, a fianco della casa madre FCA. La finanziarizzazione dell’azienda è stata accompagnata da una crescita produttiva impetuosa, arrivando a produrre nel 2019 oltre 10.000 vetture per un utile netto di 700 milioni di Euro. Insomma la Ferrari in 5 anni ha più che raddoppiato i profitti, producendo sostanzialmente il 40 per cento di automobili in più. Certo il Covid ha avuto un forte impatto sul settore automotive senza risparmiare il Cavallino rampante, il quale tuttavia si sta riprendendo con guadagni record siglati nel primo trimestre dell’anno corrente.
Gli investimenti in nuovi edifici produttivi e parcheggi per i dipendenti non sono venuti meno. Negli ultimi anni, oltre alla nuova Gestione sportiva di via Ferrari, la fabbrica si è allargata fino ad affacciarsi su via Trebbo Nord, ha costruito nuovi edifici produttivi accanto alla pista di Fiorano ed ha continuato a rinnovarsi, costruendo anche il Multipiano accanto alla Pedemontana. Non è finita.
Oggi in paese, tra coloro che maggiormente sono interessati a politica ed attualità, non si parla che degli acquisti dei capannoni di via Musso e via Nuvolari, e naturalmente del grande sito su cui sorge la Sima Ceramiche srl. Il discorso Ondulati è già stato ampiamente affrontato e, preso atto dell’impegno da parte dell’amministrazione nel concreto tentativo di sistemare i lavoratori che non potranno trasferirsi nel mantovano, ci chiediamo che cosa intende fare rispetto ad un’espansione senza precedenti della storica azienda cittadina.
Si tratta di un’occupazione di territorio quasi raddoppiata.
La comunità, parafrasando il motto utilizzato dal Partito Democratico nella vincente tornata elettorale del 2019, deve fare forza più che mai, venendo coinvolta in tutte le sue parti, comprese le meno attive, per discutere le forti ripercussioni che tali investimenti porteranno.
Chi si siede ai tavoli ha il dovere di informare a monte i cittadini rispetto alla nuova viabilità, alla nuova struttura urbanistica, a che cosa produrrà la Ferrari e, soprattutto, quanti lavoratori verranno assunti e con quali modalità. Deve essere valutato l’impatto ambientale, in linea con le recenti direttive europee, ed è bene che non sorgano altri casi Ondulati perchè da quella che appare come un’oggettiva opportunità di sviluppo non devono scaturire nefasti effetti collaterali.
Maranello in Comune pur essendo una piccola forza civica, ha intenzione di stimolare un’adeguata partecipazione con lo scopo di attivare un proficuo confronto dialettico che coinvolga le forze di maggioranza ed opposizione, associazioni attive sul territorio, parti sociali e liberi cittadini.
Un confronto che parta dalla consapevolezza che Maranello è ciò che conosciamo grazie alla Ferrari. E che La Ferrari è cresciuta e diventata il marchio più conosciuto al mondo anche grazie al contributo di centinaia di lavoratori e cittadini maranellesi.
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