Riportiamo qui la relazione introduttiva del nostro Giuseppe Borghi tenuta all’iniziativa del 16 novembre 2021.
Quando abbiamo pensato cosa prevedere nel nostro programma per migliorare la situazione ambientale del comune di Maranello, il primo pensiero è andato alla grave situazione sanitaria presente in quasi tutte le famiglie del nostro territorio, grave situazione provocata da malattie sorte a causa della pessima qualità dell’aria. Parliamo di malattie quali insufficienza respiratorie, tumori agli apparati respiratori, allergie, più o meno gravi. Quindi abbiamo pensato la prima cosa su cui dobbiamo agire è la riduzione dell’inquinamento atmosferico.
Sappiamo bene ormai che una forte componente dell’inquinamento atmosferico è provocato dalla combustione dei carburanti delle auto. Certo non è l’unica causa, concorrono anche il riscaldamento domestico e le attività industriali, ma sicuramente la combustione dei carburanti utilizzati nell’uso dei mezzi a motore termico sono una componente molto importante se non la più importante di produzione di polveri inquinanti e di CO2
Molti anni fa, negli anni 70, quando si cominciava a parlare di inquinamento atmosferico, un grande relatore, ed uno dei primi a denunciare la situazione che poi si sarebbe avverata Aldo Sacchetti dichiarava che “il più grande depuratore dell’aria inquinata erano i nostri polmoni”, e purtroppo continua ad essere così, anche se sicuramente molti passi in avanti sono stati fatti, però come dimostra la situazione in cui ci dibattiamo attualmente, passi indiscutibilmente gravemente insufficienti.
Relativamente alla situazione sanitaria, proprio in questi giorni ad una nostra specifica richiesta di che impatto ha l’inquinamento atmosferico sulle cause di mortalità delle persone abbiamo ricevuto una breve relazione dal Dipartimento della Salute di Modena, che ringraziamo pubblicamente per la cortese comunicazione che ci ha inviato nella quale ha innanzitutto premesso che “non è possibile purtroppo conoscere con esattezza il numero dei deceduti a causa dell’inquinamento atmosferico… “ poi però utilizzando diversi dati di cui il Dipartimento è in possesso ha potuto fare una stima basandosi sul “numero di ricoverati nell’anno 2019 con le patologie più frequenti associate all’inquinamento atmosferico. …”
La stima riportata nella seguente tabella porta il numero di decessi distinti per patologia:
Morbosità | Numero di decessi nella provincia di Modena | Numero di decessi nel Distretto Ceramico | Quota attribuibile all’inquinamento atmosferico | N. di decessi attribuibili all’inquinamento atmosferico in provincia di Modena | N. di decessi attribuibili all’inquinamento atmosferico nel Distretto ceramico |
Tumori | 6.317 | 957 | 11,3% | 714 | 108 |
Malattie respiratorie | 10.773 | 1.678 | 9% | 970 | 151 |
Malattie circolatorie | 18.327 | 2.547 | 8% | 1.466 | 204 |
Diabete | 3.571 | 556 | 13% | 464 | 72 |
Totale | 38.988 | 5.738 | 9,26% (MO) 9,32% (Distr.cer.) | 3.614 | 535 |
Quindi possiamo stimare che nel 2019 abbiamo avuto circa 535 morti nel nostro distretto ceramico per inquinamento atmosferico, che chiaramente non è tutto imputabile al traffico, ma come riportato a pag. 46 del documento preliminare denominato “Rapporto Ambientale del Piano Regionale integrato dei trasporti dell’Emilia Romagna 2025, si può leggere
“… Di questi effetti (inquinamento da polveri sottili) è in misura importante responsabile il traffico che rappresenta la principale fonte di emissione di particolato (per circa 40 % in Europa) e in generale della maggior parte degli inquinamenti presenti in atmosfera.”
Possiamo stimare quindi che i morti provocati dall’inquinamento da traffico nel nostro distretto siano circa 210-220 morti ogni anno. Un dato impressionante.
Ci sarebbe anche il dato sulle morti per incidenti stradali ma per questo rimandiamo agli studi presenti nei documenti relativi al PRIT.
Un altro dato estremamente preoccupante emerso con fragore in questo ultimo anno è il cambiamento climatico. Oggi fortunatamente tutti i giorni i mezzi di stampa le radio e la televisione, i social parlano continuamente di gravi danni provocati da eventi atmosferici a loro volta ormai definitivamente acclarato dal mondo scientifico, provocati dalle attività umane.
La produzione mondiale di CO2, va oltre la capacità del nostro pianeta di riassorbirla, questo provoca il riscaldamento sia della terra che dei mari e ciò provoca siccità di terreni coltivati, in modo particolare nelle regioni più povere del pianeta, scioglimento dei ghiacci con il grosso pericolo della sommersione da parte delle acque marine di perle di rara bellezza come Venezia, le Seychelles, le Maldive e tante altre località meravigliose.
Ecco noi Maranello in comune abbiamo pensato che bisogna fare qualcosa, cominciando proprio dal nostro territorio. La prima cosa che possiamo fare è ridurre l’inquinamento provocato dalla mobilità sia quella dei passeggeri sia quella delle merci.
Abbiamo pertanto cominciato fare ricerche presso le pubbliche amministrazioni, presso banche dati se esisteva qualche proposta. Abbiamo trovato che nel piano regionale del 1998 (ripreso dal Piano provinciale del 2009) approvato dalla consiglio regionale dell’Emilia Romagna in carica in quegli anni che era prevista una linea ferroviaria che collegava Formigine, con Maranello. Tenendo conto che Formigine è già servita da un trasporto su rotaia che collega Sassuolo con Modena, basta aggiungere una appendice che collega Maranello con Formigine. Sono circa 5 km di rotaia da costruire e l’infrastruttura sarebbe già fatta.
Le obiezioni che ci sono state mosse ed anche i dubbi che abbiamo avuto nel presentare questa proposta sono state che tanto, le persone, la rete ferroviaria non l’avrebbero utilizzata, perché abituate ad utilizzare l’auto. Inoltre ci è stato obiettato che bisogna fare i calcoli costi-benefici.
Ci è stato altresì contestato che una soluzione di questo tipo avrebbe risolto solo il problema del trasporto passeggeri e non il trasporto merci.
Inoltre sappiamo che i cittadini di Formigine sono contrariati dal blocco del traffico provocato dai passaggi a livello del treno.
Come risolvere i problemi appena descritti?
Ci siamo andati a prendere il PUMS del distretto ceramico, dove tra i tanti dati esposti ce ne sono alcuni interessanti. Per esempio il dato da cui vorrei partire è la tipologia degli spostamenti nel distretto.
Nel PUMS è scritto che l’ 80% degli spostamenti sono effettuati con auto privata; il 9% con mezzi pubblici, l’8% a piedi, ed il 3% in bicicletta
Per cambiare le abitudini delle persone siamo convinti vadano utilizzati tra gli altri almeno due strumenti:
- Migliorare i servizi rispetto a quelli esistenti
- Creare condizioni di contrasto ad abitudini incompatibili con la riduzione dell’inquinamento.
La nostra proposta è di realizzare un sistema in cui ogni 15/30 minuti ci sia una corsa che parta da Maranello ed arrivi a Modena. Questa scelta permetterà alle persone che devono recarsi in città di arrivare in 20 minuti al centro della città, senza nessun problema di parcheggio. Teniamo presente che se si realizza un sistema efficiente anche tutti coloro che partono dalla montagna e si devono recare a Modena avrebbero convenienza ad utilizzare il treno invece dell’auto e ciò incrementa l’utilizzo ed abbassa i costi di gestione. Uno degli incentivi all’uso del treno anziché l’auto privata potrebbe anche essere quella già utilizzata dal Comune di Bologna con Trenitalia. Tale accordo infatti prevede che chi arriva a Bologna con il Treno può utilizzare gratuitamente l’autobus in città. Si potrebbe quindi comprendere nel biglietto del treno anche quello dell’autobus a Modena, in modo che quando arrivi a Modena puoi trasferirti in qualsiasi parte della città in modo gratuito. Noi non siamo in grado di addentrarci negli aspetti tecnici del progetto ma sappiamo, in quanto ci è appena stato confermato dal sindaco di Maranello che nel piano regolatore del comune è previsto nel cosiddetto “cannocchiale” la costruzione della ferrovia e che proprio l’Amministrazione Comunale di Maranello ha chiesto di inserire nel PRIT in discussione la previsione di tale opera.
Sarebbe altresì opportuno collegare il centro di Maranello con la stazione ferroviaria con un autobus che passi per le zone più abitate del comune, in modo da rendere possibile per la maggior parte delle persone uscire di casa a piedi o in bicicletta e riuscire a raggiungere il treno senz’auto.
Inoltre come dicevamo prima bisogna anche forzare qualche situazione che renda meno agevole l’uso dell’auto. In questo senso per esempio nelle città del nord Europa, da cui sicuramente dovremo prendere qualche esempio, per incentivare l’uso dei mezzi pubblici hanno cominciato a ridurre le aree di parcheggio riservate alle auto, in modo da rendere più conveniente e più comodo, l’uso del mezzo pubblico rispetto all’uso dell’auto privata.
Per riuscire a raggiungere un obiettivo tanto importante abbiamo bisogno di tutti. Per esempio abbiamo bisogno che le aziende più grandi del territorio si diano un mobility manager, che progetti, organizzi in modo condiviso con le organizzazioni sindacali la mobilità dei propri dipendenti e propri collaboratori e che vengano ridiscussi i rimborsi chilometrici dati ai dipendenti per l’uso dell’auto privata nel trasporto casa lavoro, in modo da incentivare chi utilizza i mezzi pubblici e penalizzare che utilizza il mezzo privato.
Necessita pertanto che le organizzazioni di categorie che rappresentano i datori di lavoro in collaborazione con l’amministrazione comunale e con i sindacati, organizzino i trasferimenti tra i luoghi di lavoro e le stazioni in cui si fermano i mezzi pubblici.
In questo senso esistono già degli esempi concreti che chiediamo ai sindacati dei lavoratori di porre sul tavolo delle trattative con le associazioni di categoria, quali ad esempio gli abbonamenti gratis per chi utilizza mezzi pubblici, come pratica la Philip Morris per i suoi dipendenti, la quale ha predisposto un progetto in collaborazione con l’azienda regionale del trasporti e con le ferrovie dello stato che prevede la completa gratuità dei trasporti per i loro dipendenti che utilizzano mezzi pubblici,1 o altri incentivi come è stato fatto a Pescara dove vengono riconosciuti incentivi a chi si reca al lavoro in bicicletta.2
Bisogna inoltre realizzare in tutti i villaggi artigiani ed industriali delle piste ciclabili, collegate con le altre piste ciclabili del territorio, che permettano ai lavoratori, per coloro che lo possono fare, di recarsi al lavoro in bicicletta, in modo sicuro.
Come già proposto anche dal Politecnico Universitario di Milano anche le amministrazioni comunali devono dotarsi di un mobility manager per organizzare i trasporti degli utenti dei servizi pubblici quali scuole, asili, ospedali, case di riposo e tutte le strutture pubbliche che generano mobilità delle persone.
Relativamente al trasporto merci siamo convinti che sia una grande occasione per portare all’interno delle aziende i binari ferroviari in modo da ridurre al massimo il trasporto merci su gomma. Mentre per le piccole aziende si possono creare dei punti collettivi di carico e scarico delle merci, in alcuni siti individuati, che permettano di ridurre il trasporto su gomma sul minor tragitto possibile.
Leggendo il PUMS del distretto ceramico, che noi riteniamo troppo timido rispetto alla grave situazione ambientale a cui siamo di fronte, si nota che è stato previsto un aumento del traffico delle merci su gomma del 10 %. Se invece fosse stato prevista la realizzazione e lo sviluppo del trasporto ferroviario tale ipotesi si sarebbe potuta prevedere sicuramente al ribasso anziché in aumento.
Ma rimaniamo alle criticità. Dicevo che i cittadini formiginesi, ci dicono che il passaggio di Gigetto genera un sacco di problemi nel traffico, quindi figuriamoci se i passaggi dovessero essere ancora più frequenti. Noi ci permettiamo di consigliare ai progettisti della linea ferroviaria a Formigine la previsione di alcuni sottopassaggi e sovrapassaggi e di utilizzare tali strumenti per condizionare i flussi di traffico a Formigine. Per esempio penso che sia interesse dei polmoni dei Formiginesi che si riduca il traffico in via Giovanni Pascoli, per cui costruire un sottopassaggio in via Ferrari, incentivando quindi quello come passaggio per superare i fermi provocati dai passaggi a livello e lasciare invece le sbarre in via Pascoli sicuramente un alto numero di Formiginesi non userebbero più via Pascoli e passerebbero da via Ferrari.
Ma questo è un modesto consiglio, sicuramente gli amministratori di Formigine con i loro tecnici, che sappiamo sono di alto livello, troveranno la strada per ripensare la mobilità delle loro strade in modo più sostenibile.
Pensando poi al treno ed ai trasporti sia delle merci che dei passeggeri abbiamo messo a fuoco che stranamente il nostro territorio pedemontano non è servito da nessuna rotaia. Curiosamente abbiamo le linee ferroviarie che raggiungono Sassuolo sia da Modena che da Reggio Emilia e Vignola che è collegata con Bologna, Aimè non più da Modena, ricordo ancora che negli anni ’70 è stata smantellata la rotaia sostituendola con una pista ciclabile, ma manca proprio la rete ferroviaria da Sassuolo a Vignola. Considerato che la zona pedemontana modenese, tra le ceramiche, l’industria agroalimentare, l’industria delle carni, le industrie metalmeccaniche è una delle zone a vocazione manifatturiera più intensa di tutto il nostro territorio nazionale, non si capisce perché non debba essere realizzata una linea ferroviaria che collega Sassuolo con Vignola, che possa essere utilizzata per il trasporto delle merci di tutte le industrie presenti nel territorio e che permetta alle persone di spostarsi da Sassuolo a Fiorano, Spezzano, Maranello, e tutte le altre località fino a Vignola utilizzando il treno anziché la propria auto.
Da persone responsabili, quali pensiamo di essere, ci siamo anche posti il problema dove trovare le risorse per realizzare un’opera tanto importante sul territorio. Ebbene tutti sappiamo che nel piano nazionale di ripresa e resilienza sono previste risorse proprio per questi tipi di intervento, pensiamo quindi che sia necessario che l’amministrazione comunale di Maranello si attivi subito in sintonia con l’Amministrazione di Formigine presso la giunta regionale affinchè si dia subito un incarico ad uno studio tecnico che faccia un progetto di massima per vedere la fattibilità dell’opera. Poi presenti il progetto in regione e si chieda di essere inseriti tra i progetti da realizzare con le risorse del PNRR. Poi coinvolgendo le amministrazioni comunale di Sassuolo, Fiorano, Formigine, Castelnuovo, Spilamberto, Castelvetro e Vignola, presentino un progetto per la realizzazione del collegamento ferroviario Sassuolo – Vignola.
Qualora non fosse possibile attingere a tali risorse pensiamo che in ambito regionale si possano trovare altre risorse. Faccio anche presente che il nostro territorio ha sempre avuto una forte connotazione di solidarietà sociale. Ricordo ad esempio quanti impianti sportivi sono stati realizzati con i fondi dei privati, pensiamo alle bocciofile per esempio o agli impianti sportivi costruiti negli ambiti parrocchiali.
Quindi se non ci fossero altre strade si potrebbero trovare i fondi necessari sul territorio tra i privati con la garanzia delle amministrazioni pubbliche locali, tramite istituti di credito appositamente convenzionati, con una opportuna operazione di raccolta di pubblico risparmio.
Siamo anche convinti che già una parte dei fondi si potrebbero acquisire rinunciando definitivamente alla bretella Campogalliano Sassuolo e destinare quei 550 milioni alla realizzazione del nostro progetto. Su questo tema è uscito recentemente una notizia sul sole 24 ore del 16 ottobre 2021 dove viene comunicato che l’AutoBrennero, la società che dovrebbe realizzare la bretella Campogalliano-Sassuolo ha acquistato la società INRail, che è una società che gestisce i trasporti su ferrovia con l’intento come scritto nello stesso articolo “con l’obiettivo di promuovere attivamente l’intermodalità ed il trasferimento delle merci da strada alla ferrovia lungo il corridoio del Brennero…. “. Visto che sicuramente nessuno può tacciare il Sole 24 ore di essere un giornale filo ambientale, prendiamo atto che ormai anche le società autostradali hanno orizzonti più alti e vedono più lontano, dei nostri amministratori regionali, in modo particolare il nostro presidente, che come sappiamo si è sempre espresso a favore della realizzazione della bretella.
Nei recenti colloqui avuti con l’Amministrazione di Maranello ci è stato detto che si sarebbero fatti i calcoli dei costi/benefici dell’opera.
Al nostro interno abbiamo delle professionalità che i conti li sanno fare bene, pertanto saremmo curiosi di vederli, però in questo caso non è soltanto un calcolo aritmetico, ma tra i benefici che dovranno essere tenuti in debito conto ci sono anche i seguenti:
- La riduzione di malattie oncologiche, respiratorie ed allergiche, come sopra evidenziato;
- La riduzione pertanto dei costi sanitari, sia delle famiglie che delle pubbliche amministrazioni connessi con tali malattie,
- La riduzione dei tempi di trasporto delle persone e quindi del miglioramento della loro qualità della vita
- La riduzione del traffico veicolare nelle nostre città e quindi del miglioramento della qualità della vita dei cittadini del nostro territorio
- La riduzione di spazio dedicato ai parcheggi e quindi la realizzazione di strutture urbanistiche legate maggiormente alle esigenze della gente invece che a necessità industriali
- La riduzione del consumo di territorio, già previsto anche nelle recenti leggi urbanistiche regionali, trasformando una generica indicazione in una scelta concreta.
Siamo convinti che realizzare queste opere non sia una cosa semplice, ma come diceva Samuel Smile “Volere è potere”, per cui questa conferenza vuole lanciare un invito a Amministratori locali, regionali alle associazioni di categoria ai sindacati a raccogliere le indicazioni dell’associazionismo ambientale e cominciare a lavorare alacremente perché ormai il tempo a nostra disposizione sta per finire.
Come giustamente diceva recentemente Greta Tumberg dei Bla Bla Bla siamo tutti stanchi perché non servono a nulla
Noi però vogliamo andare oltre una semplice raccomandazione, ma facciamo la proposta qui questa sera di costituire un comitato per una nuova rete ferroviaria nella Pedemontana modenese, che solleciti in continuazione le amministrazioni, chieda conto di come sta procedendo la realizzazione, di quali sono gli ostacoli, su quali scrivanie il progetto è fermo, quale funzionario pubblico o amministrazione pubblica frena la sua realizzazione, in modo da poter intervenire celermente sugli intoppi con i metodi che la dialettica politica democratica ci consente, ma con la determinazione di chi vuole cambiare la propria realtà, e quindi realizzare il nostro progetto nei tempi più rapidi possibili.
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